Così passa la notte montana, in un sogno di bellezza.
L'hai guardata mai, riposando nel cuore della montagna, in tutta la sua magnificenza?
Sai che cosa può rivelarti, lassù, nel mistero delle altitudini e del tempo, dal tramonto al sorgere del sole che ti riempie di segni e miracoli?
Credi a me, siffatte notti non si dimenticano. Ne si dimenticano gli uomini che ci stanno al fianco.
La notte passa nel cielo profondo. Riposa, anima mia. Ci sono stati disinganni, delusioni e tu ne hai sofferto? Qualcosa ha tradito le tue speranze e i tuoi desideri? Non scorgi nessuna stella nel tuo cielo, nessuna luce che ti illumini? Cerca di pazientare, dimentica!
Tu guardi nel buio della notte e pensi, con affanno e apprensione, a quanti enigmi di vita, di dolore, di morte sono sospesi nella sua ombra indecifrabile.
Ma presto il sole nascente manderà il suo segnale infuocato per monti e valli, e tutte le ansie e i fantasmi della notte scompariranno senza lasciare traccia, nella gioia del nuovo giorno.
Julius Kugy
da "La mia vita. Nel lavoro, per la musica, sui monti" (1931) Editore Eurograf Tarvisio, 2011