Geografie della Memoria
Anche i piccoli paesi hanno le loro storie da raccontare, fatte di luoghi e persone.
Attraverso la ricerca fotografica è possibile ricostruirne alcuni frammenti, con lo scopo di far ricordare alle vecchie generazioni e far conoscere alle nuove il suo aspetto passato.
Le immagini si possono leggere come una sorta di tacita testimonianza topografica e allo stesso tempo costituiscono un’occasione per indagare il rapporto che intercorre tra presente e passato nell’atto del ricordare.
Le foto storiche, volutamente semplici e dirette, si caricano di memoria e comunicano tanto i silenzi della nostra terra quanto il linguaggio delle cose : una ricerca delle loro bellezza “morale” che sfocia in un travaso di ricordi.
La testimonianza fotografica congela un determinato istante, ma nell’attimo in cui essa viene riletta e interpretata suscita un gioco intrigante con il passato, invitando l’osservatore a far uscire dall’immagine la memoria e il ricordo sopito per evocare una realtà “altra”, un mondo “stato”, ricordabile o immaginabile, comunque irripetibile, composto dalle regole che costituiscono quel gioco misterioso e affascinante dello scorrere del tempo.
Il territorio, i suoi paesaggi e i suoi edifici, non sono più solo punti noti di una precisa collocazione geografica, ma luoghi fisici della memoria.
Ed è in questo modo che uno spazio si valorizza diventando luogo, assumendo una propria identità attraverso la sintesi tra paesaggio e storia, quando il “luogo” geografico coincide con il “luogo” della memoria, inteso questo come fulcro per elevare il ricordo depositato nel fondo degli anni.
Tale ricordo, suscitato dall’istante ripreso nello scatto, ci permette così di evocare il trascorso, di esaltare il mutamento di ciò che ai nostri occhi, annebbiati dal quotidiano, sembra immutabile, come può succedere transitando per un luogo tutti i giorni, abituandosi perciò a vederlo così uguale a sé stesso da farlo sembrare vincolato solo all’immaginario del presente, e in tal modo costringerci a non considerarne la sua storia, che entra a far parte della nostra.
Attraverso la ricerca fotografica è possibile ricostruirne alcuni frammenti, con lo scopo di far ricordare alle vecchie generazioni e far conoscere alle nuove il suo aspetto passato.
Le immagini si possono leggere come una sorta di tacita testimonianza topografica e allo stesso tempo costituiscono un’occasione per indagare il rapporto che intercorre tra presente e passato nell’atto del ricordare.
Le foto storiche, volutamente semplici e dirette, si caricano di memoria e comunicano tanto i silenzi della nostra terra quanto il linguaggio delle cose : una ricerca delle loro bellezza “morale” che sfocia in un travaso di ricordi.
La testimonianza fotografica congela un determinato istante, ma nell’attimo in cui essa viene riletta e interpretata suscita un gioco intrigante con il passato, invitando l’osservatore a far uscire dall’immagine la memoria e il ricordo sopito per evocare una realtà “altra”, un mondo “stato”, ricordabile o immaginabile, comunque irripetibile, composto dalle regole che costituiscono quel gioco misterioso e affascinante dello scorrere del tempo.
Il territorio, i suoi paesaggi e i suoi edifici, non sono più solo punti noti di una precisa collocazione geografica, ma luoghi fisici della memoria.
Ed è in questo modo che uno spazio si valorizza diventando luogo, assumendo una propria identità attraverso la sintesi tra paesaggio e storia, quando il “luogo” geografico coincide con il “luogo” della memoria, inteso questo come fulcro per elevare il ricordo depositato nel fondo degli anni.
Tale ricordo, suscitato dall’istante ripreso nello scatto, ci permette così di evocare il trascorso, di esaltare il mutamento di ciò che ai nostri occhi, annebbiati dal quotidiano, sembra immutabile, come può succedere transitando per un luogo tutti i giorni, abituandosi perciò a vederlo così uguale a sé stesso da farlo sembrare vincolato solo all’immaginario del presente, e in tal modo costringerci a non considerarne la sua storia, che entra a far parte della nostra.