Corso Roma (ora Corso Martiri della Libertà)
Soltanto l’improvvisa paralisi che di lì a nemmeno due anni aveva colpito Pino Barilari alle gambe, col conseguente effetto di cominciare a sospenderne lassù in alto, come da un palco di proscenio, il mezzo busto in pigiama al di sopra dell’animato teatro di Corso Roma, aveva avuto il potere di richiamare ancora un volta l’attenzione generale su di lui. […] Lui infatti era sempre là, ormai, seduto dalla mattina alla sera al davanzale di una finestra dell’appartamento soprastante la farmacia, e pronto a fissare chiunque si azzardasse di passargli a tiro, lungo il marciapiede della Fossa del Castello, con uno sguardo nel quale brillava una luce – garantivano proprio loro, i passanti – insolente e impudica insieme.
Da “Una notte del ‘43”
Da “Una notte del ‘43”
Da principio si può anche non accorgersene. Ma basta stare seduti per qualche minuto a un tavolino all'aperto del Caffè della Borsa, avendo davanti la rupe a picco della Torre dell'Orologio e, appena più a destra, la terrazza merlata dell'Aranceria, perché la faccenda appaia evidente. Càpita questo. D'estate, come d'inverno, col sole o con la pioggia, è molto raro che chi ha da percorrere quel tratto di corso Roma preferisca tenersi al marciapiede di fronte, lungheggiante in piena luce la bruna spalletta della Fossa del Castello...
Da “Una notte del ‘43”
Da “Una notte del ‘43”